Nagarjuna fu uno dei più grandi maestri che l’India abbia mai prodotto. Un giorno stava passando per una città la cui regina era una sua devota. Nagarjuna andò al palazzo per mendicare del cibo. Aveva una ciotola di legno per l’elemosina e nient’altro. Girava sempre nudo. La regina chiese di darle la ciotola di legno e in cambio gliene regalò un’altra tutta d’oro e tempestata di gemme. Nessun asceta l’avrebbe accettata, ma Nagarjuna la prese. Persino la regina rimase perplessa: “Perché mai ha accettato un oggetto così prezioso”, pensò, “mentre vive nudo, senza vestiti, senza possedere nulla”.
Il ladro disse: “In questi tre giorni ho sentito di essere vivo. Quando sono tornato senza aver portato via niente dal palazzo, per la prima volta mi sono sentito un sovrano e non un ladro. Questi tre giorni sono stati così colmi di beatitudine, che ora non posso più abbandonare la meditazione. Non c’è più bisogno di provare, mi hai conquistato. Tre giorni sono più che sufficienti, bastano a comprendere che tutto ciò che si fa consapevolmente è meditativo, è vivo; l’incoscienza è simile alla morte”.