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Cambio vita: mi trasferisco all’estero!

Cambio vita: mi trasferisco all’estero!

Gli astronauti non vanno sulla Luna perché odiano l’ossigeno, ma per la grande voglia di esplorare; allo stesso modo, chi decide di andare all’estero non lo deve fare perché odia il posto in cui si trova, ma perché ama quello in cui vorrebbe vivere. Questo concetto è di vitale importanza e va capito a fondo, perché la voglia di scappare e cambiare vita rischia di annebbiarci la vista e impedirci di giudicare in modo lucido quello che stiamo facendo. L’uomo tende infatti a dare maggior importanza agli aspetti che accondiscendono alla sua visione, trascurando quelli che la contraddicono, in modo da autoconvincersi della scelta che sta effettuando. Questo meccanismo è molto pericoloso, soprattutto quando si tratta di trasferirsi all’estero, un processo complicato e rischioso che ci cambierà completamente la vita. È meglio disilluderci che fare qualcosa in cui non crediamo veramente; la forza di una mente lucida, che sa ragionare al di sopra di ogni impulso emotivo, è la nostra unica àncora di salvezza.
È assolutamente necessario scrivere nero su bianco i motivi di questa scelta, ragionando poi sulla possibilità di agire sulla nostra condizione attuale al fine di migliorarla senza ricorrere a un cambiamento così drastico. L’organizzazione e la lungimiranza sono fondamentali; se non ne siamo dotati dobbiamo impegnarci e fare di tutto per svilupparle.

macchinaStrategie generali di trasferimento:

  • Se abbiamo la fortuna di conoscere qualcuno di cui possiamo veramente fidarci, che è già radicato da tempo in un determinato luogo ed è disposto ad aiutarci, allora è come se avessimo vinto al Superenalotto. Privilegiamo senza alcun ripensamento quel luogo: tutto sarà estremamente più semplice e, anche se non è la meta a cui ambivamo, è di gran lunga consigliato accontentarsi e ricominciare una nuova vita con più certezze, anziché essere in un luogo che amiamo di più ma completamente in balia di noi stessi.
  • In questa fase di preparazione dobbiamo studiare le norme, le leggi, l’economia, le usanze e anche la storia della nazione di nostro interesse. In questo compito internet è un valido alleato; ogni governo ha un sito ufficiale dove reperire tutte le informazioni che un immigrato deve conoscere.
  • Si deve affrontare questo cambiamento attraverso un percorso graduale. Un gesto di rottura o una fuga improvvisa, per quanto possiamo ritenerci convinti e determinati, è la strada più rapida in direzione del fallimento. Prima di ogni altra cosa dobbiamo iniziare a conoscere in modo sempre più profondo il luogo di nostro interesse e per farlo non abbiamo alternative: dobbiamo viverci per periodi sempre più lunghi. Zone del mondo che riteniamo meravigliose solo perché ci siamo stati in vacanza per un paio di settimane, infatti, potrebbero rivelarsi un vero e proprio inferno.
  • Se è vero che in molti paesi industrializzati vivere costa meno e vengono assicurate pensioni di buon livello, bisogna però capire se a fronte di tutto questo esistono servizi adeguati.
    Si parla di sanità, istruzione e trasporti, capisaldi irrinunciabili che possono garantire a noi e alla nostra famiglia il medesimo livello di sicurezza, cultura e comfort a cui siamo sempre stati abituati.
  • Andare all’estero, soprattutto se si ha famiglia, significa attuare un cambiamento che non coinvolge solo se stessi: se avessimo bisogno di cure serie il luogo dove vogliamo andare potrebbe fornircele? I nostri figli riceverebbero il medesimo grado d’istruzione che in Italia e, una volta cresciuti, qualora volessero rimpatriare, ne avrebbero la possibilità? I titoli di studio conseguiti permetterebbero loro di trovare lavoro e rifarsi una vita in un altro paese? L’istruzione e la sanità privata hanno costi sostenibili?

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