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L’echinacea, fiore della salute

L’echinacea, fiore della salute

Originaria del Nord America, l’echinacea è una pianta perenne assai resistente alle malattie e agli insetti. Poiché è facile da coltivare, non è raro trovarla nei giardini. I Nativi Americani la utilizzano per trattare, tra le altre cose, mal di gola, tosse e mal di denti. Usano anche le radici come antidoto contro le punture e i morsi velenosi.
Le forme di echinacea più note sono tre: la radice di E. angustifolia, quella di E. pallida e la radice come pure le parti aeree (fiore, foglie e stelo) dell’E. purpurea. Ciascuna di queste forme presenta proprietà diverse, giacché possiedono gli stessi composti chimici ma in concentrazioni diverse. Tutte presentano un’attività antiossidante. Oggigiorno è una delle piante medicinali più popolari… vediamo perché.

Raffreddore e influenza
L’echinacea è utilizzata come terapia di sostegno per il trattamento dell’influenza. L’E. pallida rafforzerebbe le difese del sistema immunitario ed eserciterebbe un’attività antinfiammatoria. Viene impiegata anche per ridurre la durata e l’intensità dei sintomi del raffreddore, a condizione di assumerla non appena l’infezione insorge.

Infezioni respiratorie e urinarie
L’echinacea è utilizzata per il trattamento delle infezioni respiratorie e urinarie. Gli effetti benefici sarebbero provocati dalla stimolazione del sistema immunitario.

Uso esterno
L’E. purpurea è impiegata per favorire la cicatrizzazione delle ferite e delle ulcere, nonché per alleviare le infiammazioni cutanee.
Punture e morsi velenosi: mescolate la soluzione alcolica con un’uguale quantità di acqua e lavate abbondantemente l’area interessata ogni 30 minuti.
Lavanda: bollite mezzo etto abbondante (55-60 g) di fiori o di radice in un quarto di litro d’acqua per 15 minuti, lasciate a bagno per un’ora, filtrate e poi lavate ferite, punture o morsi velenosi, secondo le necessità.

Le alchilammidi, i polisaccaridi, i flavonoidi e l’acido cicorico (un fenolo riscontrato in maggior quantità nell’E. purpurea) sono i costituenti dell’echinacea che potrebbero potenzialmente essere coinvolti nella stimolazione del sistema immunitario. Anche gli echinacosidi fanno parte dei composti attivi della pianta (tranne che nell’E. purpurea), ma la loro importanza rimane da confermare. I polisaccaridi sono oggetto di varie ricerche sul sistema immunitario e sull’infiammazione.

Attenzione, però, perché l’assunzione quotidiana di echinacea su base continua può produrre una diminuzione della sua efficacia. È quindi consigliato assumerla all’inizio dell’infezione e cessarne l’uso dopo due settimane. L’assunzione di echinacea non ha dimostrato tossicità, tuttavia si consiglia di evitarne il consumo per più di otto settimane, perché perderebbe efficacia.

L’echinacea e il sistema immunitario
L’echinacea è utilizzata da secoli per il trattamento di ogni tipo d’infezione. Più di trecentocinquanta studi condotti negli ultimi cinquant’anni hanno permesso di affermare che la principale proprietà dell’echinacea sarebbe proprio il suo effetto stimolante sul sistema immunitario. Oggi sappiamo che l’echinacea stimola l’azione dei macrofagi e dei neutrofili nel momento in cui l’organismo combatte un’infezione. Analogamente, l’assunzione di echinacea potrebbe aumentare il numero dei globuli bianchi, interferoni e interleuchine (tutti regolatori della funzionalità immunitaria, utili a combattere le infezioni).
Vari studi ne confermano i benefici, in particolare per il rafforzamento delle difese naturali dell’organismo contro il raffreddore. Secondo gli autori delle ricerche, l’echinacea potrebbe essere utilizzata come strumento di prevenzione nelle persone con sistema immunitario indebolito.
Secondo alcuni farmacisti e specialisti in malattie infettive, l’assunzione di prodotti a base di echinacea ridurrebbe del sessantacinque per cento il rischio di prendere “in modo naturale” il raffreddore, percentuale che arriva fino all’ottantasei nel caso in cui l’echinacea sia associata alla vitamina C. L’assunzione di echinacea ridurrebbe anche la gravità dei sintomi (tosse, mal di testa e congestione nasale) e di un giorno e mezzo la durata del raffreddore.
Per quanto riguarda l’influenza e le infezioni dell’apparato respiratorio, ricorrere all’estratto di E. purpurea per tre o quattro giorni attenuerebbe i sintomi influenzali. Assumendo l’echinacea fin dal momento in cui i sintomi si manifestano, la durata dell’infezione viene ridotta.

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