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Vegetarianismo: Carne insostituibile? Gli italiani non la pensano così!

Vegetarianismo: Carne insostituibile? Gli italiani non la pensano così!

« Capisco che un’associazione che rappresenta il settore della filiera della carne difenda i propri interessi di settore. Né mi aspetto da parte loro posizioni filo vegetariane o filo vegane. Tuttavia, dichiarare pubblicamente che il consumo di carne è “praticamente insostituibile nella dieta quotidiana, soprattutto in alcune fasce di età” significa ignorare i risultati di numerose autorevoli ricerche scientifiche.», lo dichiara il direttore scientifico dell’Enpa, Ilaria Ferri, che aggiunge: «Ma, soprattutto, significa essere a digiuno di matematica. Infatti, se produttori e commercianti consultassero le statistiche, scoprirebbero che una parte significativa della popolazione italiana, il 10%, riesce tranquillamente a fare a meno “dell’insostituibile”. E posso assicurare le imprese della filiera che questo 10% gode di ottima salute e forma fisica. Non altrettanto si può dire, invece, per il giro d’affari delle aziende del settore, le quali, secondo quanto certificato da più istituti, devono finalmente fare i conti con un progressivo calo dei consumi. Fonte: E.N.P.A. Ente Nazionale Protezione Animali~ Il vegetarianismo è un tipo di alimentazione che abbraccia l’usanza di seguire nutrizioni a base vegetale (frutta, verdura, ecc), con rifiuto di carne, con o privo d’inserimento di latticini o uova. Per differenti ragioni di ordine etico, sociale, o salutistico molte religioni e/o correnti religiose sono di tradizione vegetariana. Si può seguire una dieta vegetariana per ragioni etiche, ambientali, salutistiche, politiche o religiose. normalmente, chi è vegetariano lo è per una mescolanza di queste ragioni. La prima delle ragioni specifiche del vegetarismo morale è la connessione tra l’avere coscienza di essere persone nonviolente e l’abbandono a un alimento per la produzione del quale si è ricorsi a violenza. Il vegetariano animalista è plausibilmente avverso al pensiero di cibarsi a spese di animali la cui integrità non andrebbe profanata. I principi morali del vegetarismo nascono dall’idea secondo la quale gli animali sono, analogamente all’uomo, esseri senzienti, capaci di provare emozioni quali felicità o sofferenza; secondo i vegetariani, ciò implica che agli animali dovrebbero dare i medesimi diritti all’esistenza, all’autonomia e a non essere tormentati che lo stato riconosce agli esseri umani. È alla volte rimproverata l’irragionevolezza e la superbia di un concetto della vita ritenuta antropocentrica e di conseguenza si valuta immorale ammazzare gli animali o sfruttarli per produrre cibo, come negli allevamenti e nei macelli poiché si ritiene intollerabile il dolore e la morte inflitte agli stessi. In questi ultimi anni è stata posta continuamente più rilevante considerazione al ruolo della nutrizione nella salute dell’uomo. Il fatto che la scienza abbia in maniera crescente associato il consumo di carne rossa a cancro, problemi cardiocircolatori e alcune malattie metaboliche, come il diabete, ha senz’altro favorito un ravvicinamento al vegetarismo per ragioni salutistiche. Dal punto di vista della nutrizione, le diete vegetariane propriamente programmate, sono sane, nutrizionalmente bilanciate e hanno la capacità di procurare benefici alla salute nella prevenzione e nella terapia di differenti patologie. Studi sulle diete vegetariane e sulle loro conseguenze sulla percentuale dei decessi rilevano tassi di mortalità similari o minori per i vegetariani rispetto ai non-vegetariani. N.d.R.

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