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I pesticidi in frutta e verdura d’importazione

I pesticidi in frutta e verdura d’importazione

Estratto in anteprima del nuovo libro di Marco Pizzuti, Scelte alimentari non autorizzate. Il libro verrà presentato ufficialmente il 12 dicembre

 

Il motivo per cui il cibo d’importazione è ad alto rischio rispetto a quello nazionale ed europeo risiede nel fatto che molti paesi extra UE possiedono legislazioni molto arretrate per quanto concerne la sicurezza alimentare. In Africa e in Sud America, per esempio, è ancora consentito l’uso del DDT nell’agricoltura e la stessa cosa vale per centinaia di altri antiparassitari pericolosi. Alcuni frutti di provenienza straniera, come avocado, banane, kiwi, pompelmi, ananas, fagiolini e uva rossa sono stati prelevati a campione da un mercato e sono poi stati fatti analizzare dal dottor Alessandro Borgonovo (UL-CONAL). La metà dei prodotti di ortofrutta testati presentava pesticidi. Nelle banane è stato trovato un pesticida cancerogeno vietato dalla legislazione UE, nel pompelmo un erbicida bandito dal 2002 e altri 4 pesticidi legali, ma in concentrazioni che superavano di 4/10 volte i limiti di legge. Nei fagiolini è stato trovato un pesticida legale, ma in quantità 5 volte superiore alla quantità consentita, nell’uva sono stati trovati ben 5 diversi pesticidi in quantità consentite, ma dal pericoloso effetto combinato.

I paesi stranieri che utilizzano pesticidi vietati in Italia sono moltissimi e non comprendono solo stati africani o asiatici. In America, per esempio, è consentito l’utilizzo in alte concentrazioni (5 mg/kg) del Fenpropatrin e del Carbaril. Quest’ultimo è ammesso nelle medesime concentrazioni anche in Australia, Albania e Hong Kong. L’Acefate, un altro pesticida proibito in Italia perché molto tossico, è autorizzato nelle concentrazioni di ben 2 mg/kg in USA, Algeria, Giappone e Corea.

Anche le nazioni più avanzate industrialmente come gli USA, almeno per quanto riguarda la legislazione a tutela dei consumatori, risultano essere molto arretrate rispetto all’Italia. I pesticidi proibiti aumentano notevolmente il rischio di contrarre il cancro, ma le aziende produttrici continuano a venderli in tutti i paesi dove ne è consentito l’utilizzo.1

In Italia, l’ente preposto alla verifica della quantità e della tipologia dei pesticidi presenti nella frutta e nella verdura dei mercati è l’ASL, ma le indagini effettuate dai suoi laboratori riguardano l’identificazione di appena 70 tipi di pesticidi su 500 esistenti. Ciò significa che le autorità sanitarie non sono in grado di verificare la presenza della maggior parte dei pesticidi tossici neppure quando effettuano i controlli, a causa della ridotta lista delle sostanze ricercate.2

L’agronomo Giuseppe Messina ha così spiegato cosa accade quando ingeriamo questi veleni chimici: “I pesticidi colpiscono generalmente gli organi molli, fegato, pancreas, stomaco, intestino e milza, ma possono colpire anche la pelle o creare problemi respiratori. Un singolo antiparassitario è sufficiente per scatenare diverse malattie e, siccome frutta e verdura ne contengono spesso diversi tipi insieme, possono sviluppare una pericolosa sinergia”.3

La pericolosità di queste sostanze aumenta per le donne in stato di gravidanza, poiché è stato scoperto che la loro esposizione a vari tipi di fitofarmaci può comportare la nascita di bambini nello spettro autistico o con problemi di sviluppo degli organi genitali.4

Per correre meno rischi possibili quando si acquistano frutta e verdura da coltivazioni industriali è quindi buona regola scegliere solo prodotti di stagione, di origine italiana e con un marchio riconosciuto della grande distribuzione o della produzione locale (in modo di essere certi della loro provenienza). Secondo uno studio statistico nazionale del 2012, i prodotti agricoli con il minor numero di campioni senza residui da pesticidi sono i seguenti: pere 27,4%; mele 30,9%; uva 30% e miele 33,3%. Il maggior numero di campioni esaminati senza tracce di pesticidi riguarda invece i legumi 92,3%, gli ortaggi da foglia (cavolo, spinaci, prezzemolo, basilico, salvia e menta) 84,1% e l’olio d’oliva 83,3%.5

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1. Dott. Carmine Ventre, centro analisi biochimiche SAS, intervista nel programma televisivo “Le Iene” di Italia Uno, puntata del 12 marzo 2015.
2. Intervista al dirigente dell’ASL di Milano, “Le Iene”, Italia Uno, puntata del 12 marzo 2015.
3. Giuseppe Messina, agronomo intervistato dal programma televisivo “Le Iene” di Italia Uno, puntata del 12 marzo. 2015.
4. Renata Alleva, nutrizionista, intervista dal programma televisivo “Le Iene” di Italia Uno, puntata del 12 marzo 2015.
5. Pesticidi nel piatto, Relazione Legambiente (dati ARPA) Roma, 23 ottobre 2012.

 

 

 

 

 

Image credits: Africa Studio/Shutterstock.com

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