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La mia vita con i maestri himalayani, di Swami Rama

La mia vita con i maestri himalayani, di Swami Rama

Nato nel 1925 nel Nord dell’India, Swami Rama venne cresciuto fin da piccolo da un grande yogi bengali, un santo che viveva ai piedi dell’Himalaya. In gioventù praticò le varie discipline della scienza Yoga e della filosofia nei monasteri tradizionali dell’Himalaya e studiò con molti adepti spirituali, inclusi il Mahatma Gandhi, Sri Aurobindo e Rabindranath Tagore. Viaggiò anche in Tibet per studiare con il maestro del suo maestro. Sbarcò negli Stati Uniti nel 1969, portando la sua conoscenza e la sua saggezza in Occidente. I suoi insegnamenti combinano la spiritualità orientale con le moderne terapie occidentali.
Swami Rama fu un libero pensatore, guidato dalla sua diretta esperienza e dalla saggezza interiore, che incoraggiava i suoi studenti a fare lo stesso.
Spesso diceva loro: “Io sono un messaggero che trasmette la saggezza dei maestri himalayani della mia tradizione. Il mio lavoro consiste nel farvi conoscere il maestro che è in voi”.
Il testo autobiografico La mia vita con i maestri himalayani è il fedele ritratto della sua vita, del suo viaggio spirituale e delle sue esperienze con maestri di tradizioni diverse. Come scrive il suo traduttore e discepolo Pandit Rajmani Tigunait nell’introduzione, “i libri dello spirito, soprattutto quelli a carattere autobiografico, ci danno spesso l’impressione che le esperienze e le conquiste spirituali dei maestri siano fuori dalla nostra portata. Swamiji, al contrario, presenta i miracoli e il misticismo sotto una luce completamente diversa. Leggendolo, sentiamo che è uno di noi… I suoi lati umani ci sono così familiari che, attraverso la sola lettura del libro, il suo viaggio diventa il nostro viaggio”. Di seguito un estratto dal capitolo XII.

La grazia del maestro

La perfezione è la meta della vita umana, ma gli sforzi umani sono molto limitati. La felicità non arriva semplicemente attraverso lo sforzo umano, è necessaria la grazia divina. Benedetti sono coloro che ricevono la grazia di Dio e del maestro

Mi preparano a strappare il velo

Ogni studente si fa un’idea personale dell’insegnante modello. Se venite da me, troverete una persona diversa da quella che vi aspettate e, dato che avrò deluso le vostre aspettative, deciderete che non sono un buon insegnante. Questo non è il modo giusto di avvicinarsi a un insegnante. Avvicinatelo con determinazione e una gran voglia di imparare. Allora, non ci sarà alcun problema.
Come si trova il maestro giusto? C’è un detto nelle Scritture: “Quando il discepolo è pronto, allora il maestro appare”. Se non siete pronti egli potrebbe esserci, ma non lo notereste o non sareste in grado di beneficiare appieno della sua presenza. Se non sapete che cos’è un diamante, potreste anche trovarvene di fronte uno, ma lo ignorereste e passereste oltre, scambiandolo per un pezzo di vetro. Inoltre, non notando la differenza, rischiereste di acquistare un pezzo di vetro, pensando che sia un diamante e ritenendolo prezioso per il resto della vostra vita.
Durante il periodo della ricerca, lo studente può diventare troppo intellettuale e perdere il sahaja-bhava (l’intuizione spontanea); oppure, al contrario, può diventare troppo emotivo, dimenticando la ragione. Un approccio emotivo può essere pericoloso quanto uno intellettuale; entrambi alimentano l’ego. Coloro che non credono nel valore della disciplina non dovrebbero aspettarsi l’Illuminazione. Nessun maestro potrà o vorrà darla loro, solo perché la vogliono.
Un vero insegnante spirituale, che è stato predestinato all’insegnamento secondo la tradizione, cerca buoni studenti. Cercacerti segni e sintomi; vuole sapere chi è pronto. Nessuno studente può prendere in giro un maestro. È facile per un maestro percepire quanto è preparato uno studente. Se scopre che lo studente non è ancora pronto, lo preparerà gradualmente per gli insegnamenti superiori. Quando lo stoppino e l’olio sono adeguatamente pronti, il maestro accende la lampada. Questo è il suo ruolo e la luce che ne scaturisce è divina.
Non dovremmo preoccuparci di chi ci guiderà. La domanda importante è: “Sono pronto per essere guidato?”. Gesù aveva soltanto dodici discepoli strettamente legati a lui. Aiutò molti, ma impartì la saggezza segreta soltanto ai pochi che erano preparati. Il Sermone della Montagna è compreso soltanto da pochi, non dalle moltitudini. Coloro che non sono sul sentiero non comprendono, per esempio, perché si dovrebbe essere umili e vivere in povertà.
Le vie che segue un maestro sono molteplici e a volte misteriose. Egli insegna attraverso le parole e le azioni, ma in qualche caso può insegnare senza bisogno di comunicazione verbale. Gli insegnamenti più importanti hanno la loro fonte nell’intuizione e oltrepassano i limiti della comunicazione verbale.
Dovreste fare il vostro dovere nel mondo con amore e solo questo darà un significativo contributo al vostro progresso sul sentiero dell’Illuminazione. Avete bisogno di qualcuno che possa guidarvi e aiutarvi. Avete bisogno di un guru esterno come mezzo per raggiungere ciò che è dentro di voi. Qualche volta potete diventare egoisti e decidere che non avete bisogno di un guru. Questo si chiama ego e dovete imparare a domarlo.
Non incontrerete mai un cattivo guru, se siete buoni studenti; ma è vero anche il contrario: se siete cattivi studenti non incontrerete un buon guru. Perché un buon guru dovrebbe assumersi la responsabilità di un cattivo studente? Nessuno raccoglie spazzatura. Se siete in cerca di un guru, cercatelo prima dentro di voi. Diventare uno yogi significa conoscere la propria condizione qui e ora, lavorare su se stessi. Non lamentatevi, perché non avete un insegnante. Chiedetevi se lo meritate. Siete capaci di attrarre un insegnante?
Una volta, quando mi lamentai col mio maestro perché ritenevo che non mi stesse insegnando nulla, mi rispose: “Vieni, diventerò per un po’ il tuo discepolo. Tu fai l’insegnante. Agisci esattamente come me”. Gli dissi: “Signore, non so che cosa fare”. “Non ti preoccupare; lo saprai”.
Così venne da me con gli occhi chiusi, portando una tazza che aveva un grosso buco e chiese: “Insegnante, dammi qualcosa”.
“Com’è possibile che ti dia qualcosa?”, ribattei. “La tua tazza ha un buco”.
Allora aprì gli occhi e disse: “Tu hai un buco nella testa e vuoi qualcosa da me”.
Potenziate le vostre capacità. Purificatevi. Sviluppate la forza che è in voi e Dio verrà a dirvi: “Voglio entrare nel tempio vivente che tu sei”. Siate pronti per quando accadrà. Eliminate le impurità e scoprirete che colui che vuole conoscere la Realtà è egli stesso sorgente di Realtà.
Dei molti swami insegnanti di tutte le fedi che ho conosciuto, soltanto pochi erano pienamente illuminati. Una volta ho sollevato questa questione con il mio maestro e gli ho detto: “Signore, così tante persone vengono chiamate swami o saggio. La gente del mondo si inganna. Perché ci sono tanti insegnanti inadeguati, che dovrebbero essere ancora degli studenti?”.
Egli sorrise e rispose: “Sai, un giardino di fiori spesso ha una siepe attorno come protezione. Queste persone sono la siepe creata per noi dal Signore. Che facciano pure la loro parte. Un giorno, in effetti, diverranno pienamente realizzate. Per ora stanno soltanto ingannando se stesse”.
Se volete incontrare un vero maestro, dovrete prima essere pronti voi. Allora sarete in grado di andare oltre la siepe.

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