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Lavorare sulle frequenze del cervello: i benefici del Neuro-Tuning

Lavorare sulle frequenze del cervello: i benefici del Neuro-Tuning

Il Neuro-Tuning è un metodo sviluppato a partire da varie tecniche di psicologia energetica, come l’EFT (Emotional Freedom Techniques), la PNL (programmazione neurolinguistica), la psicologia transpersonale, il coaching psicologico e la psicologia discorsiva. Tiene inoltre conto dei risultati ottenuti dalle più recenti ricerche sul cervello e dalla genetica.

Picchiettando più volte vari punti e tenendo a lungo le mani appoggiate su una o due zone della testa mentre si fa ricorso a visualizzazioni positive, si effettua una specie di neurofeedback, senza però ricorrere a stimoli elettrici esterni. In questo modo, si stimolano superfici della pelle ricchissime di meccanorecettori che, come è stato dimostrato, hanno fitti collegamenti neuronali con varie aree del cervello. Attraverso la ripetuta stimolazione sensoriale di punti specifici è possibile ridurre l’iperattività o normalizzare le attività cerebrali.

 

Onde e frequenze nel cervello

La comunicazione fra i neuroni genera vibrazioni elettriche misurabili in hertz (Hz) e osservabili con l’EEG (elettroencefalogramma).

 

Onde alfa (da 8 a 13-14 hertz)

Sorgono quando siamo rilassati, teniamo gli occhi chiusi e rivolgiamo la nostra attenzione all’interno. Sono caratterizzate da sensazioni piacevoli, pensieri tranquilli e fluidi, uno stato d’animo fiducioso e la percezione dell’unità fra corpo e mente. Se siamo sani e liberi dallo stress, produciamo onde alfa in grande quantità. La mancanza di onde alfa può essere il primo segnale della presenza di una patologia legata allo stress.

 

Onde beta (da 14 a 40 hertz)

Nel normale stato di veglia, nella cosiddetta quotidianità, quando l’attenzione è rivolta al mondo esterno o siamo impegnati in attività concrete, dominano le onde beta. Sono responsabili della concentrazione e della cognizione. Una frequenza media di onde beta corrisponde a uno stato di attenzione distesa. Una frequenza elevata di onde beta è sinonimo di stress, pressione e preoccupazione. La predominanza delle onde beta è legata a un’elevata produzione di ormoni dello stress.

 

Onde theta (da 4 a 8 hertz)

Nella fase REM, negli stati di trance, durante i sogni lucidi e la meditazione profonda, il cervello produce onde theta. Il subconscio è attivo e la creatività si risveglia. Le persone descrivono lo stato theta come plastico, intuitivo, creativo, fantasioso, simile al sogno, ricco di immagini, uno stato in cui ci si percepisce come “unità” e ci si sente “consapevoli”. A questa frequenza può nascere un legame fisiologico tra la guarigione e l’integrazione di corpo e mente.

 

Onde delta (da 0,1 a 4 hertz)

Nel sonno, nella trance o negli stati simili al coma il cervello vibra alla frequenza delta. Vengono attivate le forze di autoguarigione e si formano gli ormoni della crescita. Il cervello è calmo. Più la frequenza è bassa, più profondo è il rilassamento e più velocemente il corpo raggiunge il suo ritmo naturale.

 

Onde gamma (da 40 a 100 hertz)

Da molto tempo ormai si sa dell’esistenza di un “fruscio di sottofondo” nello stadio gamma, a una frequenza di 40 hertz. Queste onde, le più importanti, sintonizzano e collegano le aree cerebrali più diverse, producendo la risonanza necessaria per svolgere ogni compito. Il compito delle onde gamma è di dare una forma, una Gestalt, alla totalità delle complesse informazioni che percepiamo nel mondo esterno. Un insieme di informazioni come l’immagine, il colore, il profumo, ci permette di riconoscere che abbiamo davanti a noi una tazzina di caffè. Adesso ne siamo consapevoli. La frequenza gamma però è anche lo stadio della massima attenzione. Se la totalità delle cellule nervose vibra in sintonia, tutto diventa una cosa sola, scompare la distinzione fra soggetto e oggetto.

 

Toccando ripetutamente o tenendo la mano appoggiata su determinati punti della testa che corrispondono a varie aree del cervello mentre si eseguono esercizi di visualizzazione, è possibile stimolare o placare zone del cervello inattive o poco attive, che finalmente possono fare la loro parte nell’orchestra del cervello. Un cervello che lavora in maniera sintonizzata è decisamente più efficiente, perché sono potenziate al massimo l’attenzione, la percezione neutra, la creatività, l’intuizione e la logica, ma anche la ricettività nei confronti delle informazioni che vengono dal campo spirituale collettivo e universale.

 

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