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Le erbe amiche del fegato

Le erbe amiche del fegato

Il periodo del cambio di stagione e del passaggio dall’inverno alla primavera rappresenta il momento ideale per depurare l’organismo dalle scorie e prepararlo alla bella stagione. In particolare, sono indicate cure depurative del fegato, organo che in medicina tradizionale cinese è legato proprio alla primavera e all’elemento legno.

La chiave per una corretta depurazione dell’organismo e del fegato in particolare parte naturalmente dal regime alimentare; se d’inverno, complice il brutto tempo, ci siamo concessi qualche “coccola” non proprio salutare, adesso non ci sono più scuse: frutta e verdura in abbondanza e di stagione, un minor consumo di proteine animali e di zuccheri raffinati e la messa al bando di fritti e alcol potranno dare una mano al fegato in questo delicato risveglio.

La natura poi ci viene incontro con alcune erbe da sempre note per la loro azione stimolante e depurativa.

 

Agrimonia

Nome scientifico: Agrimonia eupatoria.

Energia e sapore: neutri, amari.

 

Profilo energetico

Questa pianta, che fa parte della farmacopea della medicina cinese ed europea, era anche ampiamente utilizzata dai Nativi Americani. Questi ultimi se ne servivano come tonico generale contro la stanchezza, per tutti i disturbi della digestione e per rafforzare i seguenti organi: fegato, stomaco, intestino, reni e vescica. Si tratta quindi di un rimedio elettivo nelle insufficienze digestive e in particolare epatobiliari.

 

Utilizzo

La si usa in decotto; la dose giornaliera di pianta essiccata da utilizzare è di 10 g (ci si può spingere fino a 15 g se la pianta è ben tollerata), da far bollire a fuoco lento per almeno venti minuti in mezzo litro d’acqua. Dopo aver filtrato, si consiglia di bere il decotto tiepido in due o tre dosi al giorno, 15 minuti prima dei pasti.

 

Bardana

Nome scientifico: Arctium lappa.

Energia e sapore: freschi, amari, piccanti.

 

Profilo energetico

La medicina tradizionale cinese usa la radice di bardana per trattare numerose malattie yang, cioè disturbi accompagnati da liberazione di tossine, nervosismo, infezioni, febbre, foruncoli, dolori acuti dei reumatismi e irritabilità. Quest’azione, dovuta all’energia fresca della pianta, viene riconosciuta in Occidente, dove la bardana è considerata una pianta che depura il sangue e i reni. Conosciamo lo stretto rapporto tra un cattivo funzionamento renale e la comparsa di problemi articolari e cutanei. Gli scienziati ritengono che tale azione sia da collegarsi al ferro contenuto in abbondanza in questa radice. Artrite, reumatismi, gotta, lombalgia, sciatica, acidità del sangue e dei reni vengono contrastati dall’azione di questa pianta. L’azione sulla pelle era nota anche presso i Nativi Americani, che impiegavano la pianta come decotto.

 

Utilizzo

La radice di bardana si usa come decotto, secondo il seguente metodo: far bollire a fuoco lento 20 g di radice in tre tazze d’acqua. Lasciar ridurre il volume di circa un terzo. Filtrare. Bere una tazzina intiepidita prima dei tre pasti.

Per i problemi della pelle, è possibile miscelarla ad altre piante, come tarassaco, salsapariglia o centella, per farne una formula efficace e adattata che è possibile preparare anche come decotto. Il decotto di radice di bardana aggiunto all’acqua del bagno genera vapori utilissimi per sudare, grazie alle proprietà diaforetiche della pianta. A quanto pare, in questo modo le tossine verrebbero meglio eliminate.

 

Centella asiatica

Nome scientifico: Centella asiatica o idrocotile asiatica.

Energia e sapore: freddi, amari.

 

Profilo energetico

La composizione chimica della centella asiatica include glicosidi (come il ginseng), tannini, zuccheri, aminoacidi e numerosi sali minerali. La centella cura inoltre certi disturbi della pelle. Esercita un’azione depurativa sul sangue e decongestiona il fegato; quest’azione, riconosciuta dai terapeuti cinesi, consisteva nell’“umidificare il fegato e tonificare il sangue”.

 

Utilizzo

La si utilizza come decotto, 10 g circa al giorno per un litro d’acqua. Il decotto viene preparato in forma concentrata, secondo il procedimento tradizionale spiegato in precedenza.

Chi ha fretta o non vuole darsi troppo da fare può utilizzare la tintura madre venduta in farmacia, 20 gocce da aggiungere a un quarto di bicchiere d’acqua ben bollita e poi lasciata intiepidire (tre volte al giorno).

Come tutti i grandi tonici, è preferibile assumere la centella almeno quindici minuti prima dei pasti, portare avanti la cura per tre settimane e curare molto l’alimentazione.

 

Genziana

Nome scientifico: Gentiana officinalis, Gentiana scabra.

Energia e sapore: freschi, amari.

 

Profilo energetico

In un certo senso la genziana presenta numerose somiglianze con l’agrimonia, a dimostrazione che piante di sapore identico racchiudono proprietà terapeutiche analoghe.

Grazie al suo sapore amaro, la genziana agisce sul fegato e depura il sangue; la si utilizza pertanto in caso di debolezza digestiva, mancanza di appetito e soprattutto in presenza di brufoli e foruncoli della pelle dovuti a problemi digestivi. Uno dei segni che permette di riconoscere il bisogno di genziana (o di un tonico amaro) è la presenza di un sapore amaro in bocca e una sensazione di dolore a livello del fegato.

 

Utilizzo

Questa pianta è reperibile in farmacia, in erboristeria e nei negozi di alimenti biologici sotto forma di capsule. Il decotto si beve nell’arco della giornata e si prepara con 5 g di pianta: far bollire questa quantità in mezzo litro d’acqua, a fuoco lento, fino a quando il liquido non si è ridotto della metà. Filtrare e bere prima dei due pasti principali.

 

Tarassaco

Nome scientifico: Taraxacum officinale.

Energia e sapore: freschi, amari, dolci.

 

Profilo energetico

I guaritori occidentali concordano con la medicina cinese nel considerare la radice di tarassaco una pianta decongestionante e tonica per il fegato e le vie biliari. Aumenta la quantità di bile prodotta ed è utile per chi soffre di digestione difficile, lenta e per chi ha perso il piacere del cibo (anoressia). Gli scienziati ritengono che l’azione sia dovuta ai minerali assimilabili di cui è molto ricca questa pianta, spesso considerata un’erbaccia. Il tarassaco tonifica anche lo stomaco e l’intestino, trattando i dolori intestinali e certe stipsi ostinate.

 

Utilizzo

L’insalata di tarassaco esercita un’azione benefica su sangue e nervi (calmante), ma a racchiudere le proprietà sopra citate è soprattutto il decotto di radice. Tradizionalmente viene preparato nel seguente modo: prendere 50 g di radici fresche ben pulite o 40 g di radici essiccate. Aggiungere un litro d’acqua. Far bollire a fuoco lento per venti minuti in un recipiente non metallico. Filtrare e bere mezz’ora prima dei tre pasti (tiepido). Lo stesso decotto può essere usato come lozione cosmetica per viso e corpo, da tamponare prima di coricarsi con dell’ovatta. Altrettanto efficaci si rivelano tintura madre e capsule.

 

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