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Nisargadatta Maharaj: nessuno nasce, nessuno muore

Nisargadatta Maharaj: nessuno nasce, nessuno muore

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Un libro a cura di Ramesh S. Balsekar e Sergio Peterlini

Nisargadatta Maharaj: la conoscenza è un concetto

Nisargadatta Maharaj è stato uno dei più grandi saggi indiani dell XX secolo.

Il suo insegnamento, radicato nella tradizione dell’Advaita Vedanta, il non dualismo, è forse una delle espressioni più alte dell’esperienza diretta dell’Assoluto.

Lo scopo finale del suo insegnamento è la ricerca della verità. Per raggiungerla occorre che si sia preparati. Bisogna liberarsi di tutti i preconcetti e le illusioni. Nisargadatta Maharaj ci insegna che può raggiungere la verità solo chi vuole conoscere davvero.

Nisargadatta Maharaj: conoscere la verità

Tutti gli insegnamenti di Nisargadatta Maharaj hanno a che fare con la verità. Tuttavia, anche solo la chiara e profonda comprensione di una sua sola affermazione condurrebbe a una percezione dell’intera verità.

La verità è valida soltanto quando la percezione stessa scompare, cioè, soltanto quando il cercatore stesso scompare come entità. Qualunque conoscenza può essere acquisita, egli dice, soltanto nella coscienza, e la coscienza stessa deve essere realizzata per quello che è, soltanto un concetto. In altre parole, la base di tutta la conoscenza è un concetto.

Andare alla radice del problema

Nisargadatta Maharaj ci insegna che per conoscere è necessario andare alla radice del problema. Tutte le risposte che il maestro forniva ai suoi discepoli, in qualche modo, riportavano sempre alla radice e alla sorgente. Chiedeva ripetutamente: “Che cosa eravate prima di nascere? Perchè?

Nisargadatta MaharajTra i suoi discepoli Ramesh Balsekar raccoglie e sviluppa per argomenti gli insegnamenti tratti dai suoi dialoghi, restituendoci una saggezza al di là dello spazio e del tempo, ancora in grado di affascinare e istruire il lettore, come accadeva per i visitatori che si stringevano nella piccola casa di Nisargadatta, a Mumbai, per ascoltarlo, alla ricerca della Realtà Ultima.

Maharaj parlava in modo più informale e intimo quando il numero dei visitatori era limitato. Quando, invece, erano presenti molti più visitatori egli imponeva una condizione più restrittiva, richiedendo di porre domande senza identificarsi con il corpo. Lo faceva, probabilmente, per evitare domande futili.

Una delle domande poste in occasione di questi incontri è stata: “Perchè si deve soffrire?“. Nisargadatta Maharaj sedette immobile per alcuni attimi e poi rispose. La risposta la trovi nel capitolo 51 Chi Soffre? del libro Nessuno nasce, nesuuno muore. Insegnamenti di Nisargadatta Maharaj, a cura di Ramesh Balsekar.

 

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