L'invenzione della chimica di sintesi ha sicuramente ridotto la dipendenza dell'uomo dal regno della natura. Cionondimeno, non è possibile dimenticare quanto la natura sia stata generosa, mettendo a disposizione innumerevoli rimedi curativi. Oggi, nel ventunesimo secolo, stiamo assistendo a un rinnovato interesse verso le risorse farmacologiche che la natura ci offre. Può sembrare strano che, mentre la cultura occidentale corre ad abbracciare la tecnologia, vi siano persone che "scandagliano" la natura in cerca di nuovi farmaci. Eppure, a pensarci bene, è naturale, giacché la medicina occidentale dipende tuttora da piante e animali.
Uno dei più illustri etnobotanici dei nostri tempi ci accompagna in un'affascinante esplorazione delle frontiere della ricerca scientifica, alla scoperta di nuove sostanze medicinali. Dalle regioni artiche alle foreste tropicali, dalle montagne più inaccessibili agli abissi oceanici, troviamo i luoghi in cui si svolge la gara per individuare nuovi rimedi a mali terribili quali l'AIDS, il cancro, il diabete e la tubercolosi.
Questo libro rappresenta un insolito connubio tra prodotti naturali, saggezza indigena e biotecnologia. Esso ci rivela i dettagli delle ultime scoperte di laboratorio: antidolorifici estratti dalla pelle di rane della foresta pluviale, anticoagulanti contenuti nella saliva delle sanguisughe, agenti antitumorali ricavati dal veleno dei serpenti. Il futuro della medicina è in questa collaborazione tra scoperte scientifiche e risorse naturali che questo interessante testo ci mette a disposizione. Un mosaico di medicina, ecologia, etnobotanica, storia, esplorazione e avventura, alla ricerca dei segreti di guarigione della natura.